Quando di parla di finanza straordinaria, si fa riferimento a quegli strumenti di finanza alternativa che consentono ad un’impresa di accedere direttamente ai capitali in forza di accordo direttamente gestito tra l’impresa ed il proprietario del denaro, in assenza di intermediazione da parte di una banca.
L’accesso al mercato non intermediato dei capitali (basti pensare ai mercati azionario ed obbligazionario) è sempre stato riservato ai grandi operatori economici in base ad un postulato di presunta trasparenza e quindi di minore rischio per l’investitore.
La storia ha più volte dimostrato quanto invece sia molto difficile riuscire ad interpretare correttamente i bilanci di gruppi societari a volte molto complessi e le attività dei quali si articolano su elevati numeri di soggetti tra di loro interconnessi e non sempre facilmente valutabili anche perché riferiti a nazioni diverse e relative normative tributarie e societarie molto eterogenee.
Negli ultimi anni, il mercato ha iniziato finalmente ad aprirsi a forme di dialogo diretto tra impresa e risparmiatore in forma piuttosto “libera” e finalizzata a raccogliere finanziamenti alle imprese (anche piccole e piccolissime, talvolta addirittura in fase di costruzione) sia in termini di capitale di debito che di capitale di rischio.
Tra i vari strumenti di finanza straordinaria oggi presenti sul mercato, particolare importanza hanno raggiunto i prestiti obbligazionari per le piccole imprese (i cosiddetti “minibond”) e l’equity crowdfunding.
Dando per certo che sia chiaro in cosa consista un prestito obbligazionario e rimandando i dettagli operativi all’attività di consulenza personalizzata al cliente, cerchiamo invece di spiegare rapidamente cosa sia l’equity crowdfunding: è il procedimento attraverso il quale gli imprenditori hanno la possibilità di chiedere online i capitali per sviluppare il loro progetto offrendo quote societarie in cambio del finanziamento.
In una realtà nella quale accedere al credito è sempre più difficile, il crowdfunding può essere la soluzione. Si tratta di una forma di “finanziamento collettivo dal basso”, attraverso la condivisione online di progetti imprenditoriali per sostenere i quali si raccolgono fondi per la loro realizzazione.
E’ quindi un canale di accesso al credito alternativo alle banche: si coinvolgono direttamente più persone che contribuiscono finanziariamente alla realizzazione di un progetto imprenditoriale diventando soci dell’impresa stessa, senza influire sulla governance dell’azienda.
Tutte le start-up e le PMI possono accedere al crowdfunding.
Figura fondamentale dell’operazione è l’advisor incaricato che:
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